venerdì 4 maggio 2007

Una compagna per George

La creatura vivente più rara, una tartaruga gigante ritenuta l’ultima della sua specie, potrebbe, dopo tutto, non essere così sola. La proposta arriva da alcuni genetisti e dà nuove speranze a "Big George" anche chiamato "Lonesome George" (George il Solitario): dei biologi stanno considerando la possibilità di farlo riprodurre in cattività.
Una volta c’erano migliaia di tartarughe giganti che vagavano sulle pendici del vulcano Pinta nelle Isole Galapagos. Oggi non ce n’è nessuna, soprattutto a causa dei marinai che per secoli le hanno cacciate per mangiarle. La sola testuggine di Pinta, soprannominata “Gorge il Solitario” è stata scoperta nel 1972 e tenuta in cattività nella speranza di trovargli, un giorno, una compagna.
Incredibilmente, più di 35 anni dopo, il giorno potrebbe essere arrivato. Alcuni biologi delle conservazione sono incappati in una tartaruga che aveva chiaramente degli antenati provenienti da Pinta, mentre studiavano il DNA delle tartarughe di un’isola vicina, l’Isola Isabela. “E’ davvero una sorpresa” ha detto Jeff Powell, professore di ecologia e biologia evoluzionista all’Università di Yale, nel Connecticut (Stati Uniti). Powell pensa che tutto questo possa dare una nuova speranza alla specie di Big George.
Powell ed i suoi colleghi hanno analizzato il DNA di 27 tartarughe provenienti dal vulcano Wolf sull’Isola Isabela. Una di queste sembra essere un incrocio tra un maschio Pinta e una femmina Isabela. Sfortunatamente anche questo esemplare è un maschio. Ma la sua esistenza ha fatto sorgere la possibilità che esista una femmina con geni Pinta, valida partner per George.
L’animale studiato dai ricercatori, nominato PBR03, ha, probabilmente solo una trentina d’anni. Ma potrebbe avere un sacco di sorelle con lo steso assortimento di geni. Secondo Powell c’è perfino l’opportunità di trovare una vera e propria femmina Pinta.
La Fondazione Charles Darwin, che coordina la ricerca scientifica sulle isole, stima che ci potrebbero essere qualcosa come 1 500 tartarughe nell’area dove è stato trovato PBR03. “Questo suggerisce la necessità di intraprendere un’indagine ampia e immediata su questa popolazione, alla ricerca di altri individui con antenati Pinta” ha aggiunto Gisella Caccone, che è coinvolta nello studio. “Andiamo lì e vediamo cosa troviamo”. “Se sarà trovato un individuo femmina con un indiscutibile antenato Pinta, cercheremo, sicuramente, di sviluppare su di loro un programma di accoppiamento in cattività” ha chiarito Bryan Milstead, capo della ricerca sui vertebrati della Fondazione Charles Darwin.
La rinnovata speranza che George il Solitario potrebbe essere persuaso a riprodursi, ha fermato i piani che prevedevano di ripopolare il vulcano Pinta con un altro tipo di tartarughe. Tuttavia, un processo di riproduzione in cattività su Big George, richiederebbe molti anni e il tempo potrebbe essere un lusso che il Pinta potrebbe non avere. In assenza di consumatori primari, infatti, molte specie di piante stanno dominando sulla vegetazione mista dell’isola, minacciando la sopravvivenza di molte altre specie. “Dovremmo considerare molto attentamente se vale la pena di correre il rischio di aspettare” ha concluso Milstead.
Fonte: Current Biology (vol 17, p 318) e Ulisse 2-05-07

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