giovedì 31 maggio 2007

L'ascensore, che invenzione!

La vita era fatta a scale, poi venne l’ascensore. Accadde 150 anni fa a New York nel grande magazzino della Haughwout&Co, commercianti di vetro e porcellana. A inventarlo 3 anni prima ci aveva pensato Elisha Graves Otis. Lo apprendiamo leggendo un libro che racconta la storia del meccanismo che rivoluzionò la nostra vita. “Die geschichte des fahrstuls - La storia dell’ascensore” di Andreas Bernard edito in Germania da Fischer Verlag. Il giorno in cui presentò al pubblico il suo meccanismo per sollevare persone venne considerato “uno dei momenti autenticamente grandi dell’architettura”. In realtà Otis non aveva fatto altro che perfezionare un marchingegno conosciuto da secoli, equipaggiandolo di un componente fondamentale: il dispositivo di arresto. L’invenzione di Elisha Graves Otis impediva alla cabina di precipitare nel vuoto qualora si fosse malauguratamente spezzata la corda. Ma prima di vincere la diffidenza verso l’ascensore dovette passare un bel po’ di tempo. Per decenni il mezzo venne utilizzato per salire ma poco per scendere. Nei loro studi sull’isteria Breuer e Freud narrano di una paziente che si colpevolizza per aver fatto scendere dal quarto piano dei bambini con quel “pericoloso attrezzo”. Con l’invenzione del bottone elettrico sparisce ogni remora e paura nello spostarsi in verticale. Grazie a quella comodità il passeggero non ha più alcun contatto con i meccanismi di funzionamento dell’ascensore. Ascensori e strutture in acciaio permettono alle città di svilupparsi sempre più in altezza. Lo skyline di New York sarebbe impensabile senza l’invenzione di Otis che razionalizza la geometria e la funzionalità dell’abitare moderno.

Fonte: Il sole 24 ore inserto della domenica

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