venerdì 4 maggio 2007

Ma che stresssss

Già da metà degli anni '80 alcuni scienziati, tra cui Robert Sapolsky e Bruce McEwen, avevano scoperto che nel macaco lo stress provoca un danno all'ippocampo e Sapolsky, neurobiologo con formazione antropologica ipotizzò che fosse il cortisolo, prodotto sotto stress, a danneggiare l'ippocampo. Questa ipotesi fu poi confermata da molti studi successivi.
Nel 1997 si è avuta la prima dimostrazione che lo stress causa il blocco della produzione di cellule staminali nell'ippocampo di un individuo adulto. La ricerca era stata effettuata da una scienziata americana esperta nello studio della neurogenesi, Elizabeth Gould. Tutte queste ricerche sono state condotte sul cervello dei macachi, che è molto simile a quello dell'uomo.
Nel 1998 si è avuta la dimostrazione sull'uomo che la produzione eccessiva e prolungata di cortisolo, come avviene nelle situazioni di stress cronico, causa una riduzione dell'ippocampo e dei danni alla memoria e alle abilità cognitive. Quest'ultimo studio, guidato da Sonia J. Lupien, del laboratorio di ricerca sullo stress della canadese McGill University, dimostra che in uomini in buona salute, che registrano livelli elevati di cortisolo, dopo 5 anni dalle prime rilevazioni, si osserva una riduzione dell'ippocampo del 14% oltre che una diminuzione della memoria e delle facoltà cognitive.
Inseguito la stessa Sonia J. Lupien, ha condotto una ricerca su anziani con un'età tra i 60 e gli 87 anni, monitorandoli per alcuni anni. In caso di un aumento moderato di cortisolo, si riesce ad impedire i danni all'ippocampo con un farmaco che riduce la sintesi dell'ormone; il farmaco però non agisce nelle persone che hanno da molto tempo livelli molto alti di cortisolo. La ricercatrice ha osservato che per contrastare la diffusione delle demenze, è necessario intervenire nel periodo centrale della vita delle persone per regolare l'eccessiva produzione dell'ormone dello stress. Questo si può fare anche senza farmaci, imparando a tenere sotto controllo lo stress.
Recenti studi hanno confermato un effetto protettivo del deidroepiandrosterone (DHEA), un ormone prodotto dal cervello e dalla corteccia delle surrenali (come il cortisolo). Questo ormone androgeno svolge un'azione antistress e contrasta l'effetto del cortisolo. Il DHEA stimola la neurogenesi, a differenza del glutammato (contenuto in alcuni cibi), che è un neurotrasmettitore eccitatorio.
Fonte: Molecularlab 3-05-07

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