venerdì 10 agosto 2007

Un "break"

Le notizie scientifiche interessanti non sono esaurite, ogni giorno ci si potrebbe soffermare su qalche novità o curiosità, ma il blog in questo periodo va a rilento...
O meglio, io sono alle prese con mille cose (non è un'estate affatto facile), e per non andare in corto circuito è bene che stacchi almeno una delle tante prese.
E' giunto il momento che il blog vada in vacanza!
Ci rivediamo verso fine agosto-inizio settembre
bye...

sabato 4 agosto 2007

Mordere a 250km/h

Basta un attimo di distrazione, anche solo il tempo di battere le palpebre, e la termite ha già serrato le sue potenti mandibole. Stiamo parlando della comune termite "Termes panamensis": le sue mandibole battono ogni record di movimento prodotto da attività muscolare.
Marc Seid e Jeremy Niven, del Smithsonian Tropical Research Intitute di Panama, hanno ripreso le mandibole delle termiti a 40.000 fotogrammi al secondo, e hanno misurato una velocità di 70,4 metri al secondo (oltre 250 chilometri all’ora), quantunque su una distanza di appena 1,76 millimetri.
Se vengono minacciate da un intruso, le termiti fanno scattare le mandibole utilizzanto quattro gruppi di muscoli. Questi sono così grandi che riempiono metà dello spazio della testa dell’insetto, e la forza che esercitano permette di raggiungere tali velocità estreme. Questa tecnica viene usata dalle termiti per difendere il nido e tenere lontani potenziali nemici dalle vicinanze della tana.
La ricerca è stata presentata all’International Congress of Neuroetology a Vancouver (Canada).
Fonte: Ulisse Scienza Esperienza 3-08-07

giovedì 2 agosto 2007

Non è fiction, è realtà!

Per rimanere in argomento, vorrei indicarvi un libro di Aldo Nove dal titolo “Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 Euro al mese…”
Si tratta di un reportage che mette a nudo la realtà lavorativa di oggi nel modo più semplice: un collage di interviste, a giovani e non più giovani, affiancate da commenti e racconti dell’autore sul sogno perduto di una generazioni di adulti costretti a forza a rimanere bambini.
Aldo Nove diventa il portavoce di persone vere, il più delle volte laureate, che cercano di sbarcare il lunario svolgendo anche quattro lavori diversi, ma che non sono in grado di acquistare ratealmente nemmeno un computer perché non hanno una busta paga da fornire. C’è chi lavora in uno studio di avvocati ma si mantiene facendo il cameriere, l’insegnante che non avrà mai una cattedra e che corre da una scuola all’altra per sostituire chi è di ruolo e si è “fortunatamente” ammalato, chi fa il part-time in un museo, chi fa lo stagista a vita, chi è rimasto impigliato in quella fitta ragnatela costituita dalle agenzie di lavoro interinale…
Giovani che hanno studiato, che accettano con il “sorriso” la gavetta per ampliare il curriculum, disposti a lavorare a tutte le ore, ma destinati ad invecchiare senza un reddito dignitoso (per non parlare della pensione che probabilmente non arriverà mai) e senza incoraggianti prospettive future, in un mondo dove fare dei figli è diventato un lusso.
E’ un libro che va letto, magari non tanto da noi giovani che conosciamo bene la triste realtà dei co.co.co - co.co.pro. come escamotage per non darci ciò che ci meritiamo (io lo ho comunque letto con interesse), sicuramente da chi è una generazione più avanti (o perché no, da chi “fa politica”) per capire in che razza di pantano stiamo arrancando.

L’amore ai tempi della precarietà

Hanno tra i 30 e 40 anni, sono un milione e mezzo, vivono con pochi soldi e lavori instabili. Le nuove coppie hanno vite complicate, ma dimostrano grandi capacità di resistenza. Il loro segreto? Si aggrappano ai sentimenti.
E’ un salto nel buio, ma ne vale la pena. Perché se il sentimento regge la scommessa è vinta. Parliamo d’amore, anzi dell’amore “senza”: senza casa, senza lavoro, senza soldi e con il futuro incerto.
E’ la sfida di chi sceglie di vivere insieme anche se il conto in banca è a secco e il mutuo non te lo da nessuno.
E’ la decisione di fare un figlio senza aspettare il momento giusto, perché tanto quel momento non arriverà mai. La maternità garantita sembra un diritto dimenticato, e allora è meglio seguire il desiderio. Se il posto all’asilo non c’è bisogna sperare nei nonni.
E’ la scommessa di chi prova a costruire qualcosa senza poter contare su nulla.
E’ uno stile di vita “day by day”, dove i ruoli all’interno della coppia sono intercambiabili, dove le faccende di casa si fanno quando è possibile, a turno, anche la notte magari.
La chiamano “generazione flessibile”, ossia precaria, incerta, insicura e senza tutele.
E’ la generazione del terzo millennio, e noi ci siamo dentro fino al collo!