giovedì 2 agosto 2007

Non è fiction, è realtà!

Per rimanere in argomento, vorrei indicarvi un libro di Aldo Nove dal titolo “Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 Euro al mese…”
Si tratta di un reportage che mette a nudo la realtà lavorativa di oggi nel modo più semplice: un collage di interviste, a giovani e non più giovani, affiancate da commenti e racconti dell’autore sul sogno perduto di una generazioni di adulti costretti a forza a rimanere bambini.
Aldo Nove diventa il portavoce di persone vere, il più delle volte laureate, che cercano di sbarcare il lunario svolgendo anche quattro lavori diversi, ma che non sono in grado di acquistare ratealmente nemmeno un computer perché non hanno una busta paga da fornire. C’è chi lavora in uno studio di avvocati ma si mantiene facendo il cameriere, l’insegnante che non avrà mai una cattedra e che corre da una scuola all’altra per sostituire chi è di ruolo e si è “fortunatamente” ammalato, chi fa il part-time in un museo, chi fa lo stagista a vita, chi è rimasto impigliato in quella fitta ragnatela costituita dalle agenzie di lavoro interinale…
Giovani che hanno studiato, che accettano con il “sorriso” la gavetta per ampliare il curriculum, disposti a lavorare a tutte le ore, ma destinati ad invecchiare senza un reddito dignitoso (per non parlare della pensione che probabilmente non arriverà mai) e senza incoraggianti prospettive future, in un mondo dove fare dei figli è diventato un lusso.
E’ un libro che va letto, magari non tanto da noi giovani che conosciamo bene la triste realtà dei co.co.co - co.co.pro. come escamotage per non darci ciò che ci meritiamo (io lo ho comunque letto con interesse), sicuramente da chi è una generazione più avanti (o perché no, da chi “fa politica”) per capire in che razza di pantano stiamo arrancando.

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