martedì 6 marzo 2007

Il business delle staminali

L'idea che le cellule staminali possano diventare la soluzione a tanti mali ha preso piede nell'immaginario collettivo.
La ricerca scientifica in questo campo sta facendo passi da gigante. C'è molto ottimismo per esempio verso il trapianto autologo per la cura della distrofia di Duchenne e per l'infarto del miocardio. Intanto, nel mondo proliferano cliniche e istituti che offrono terapie a base di staminali. Spesso però la promessa di una cura si rivela un'illusione, venduta a prezzi tutt'altro che illusori.
Un fenomeno mondiale
Gli istituti sul mercato si differenziano fra loro: c'è chi si occupa della conservazione delle cellule, chi le tratta, chi fa sperimentazione e chi pratica vere e proprie cure. Altrettanto articolato il panorama delle organizzazioni, dalle società di intermediari, alle banche del sangue, a piccole cliniche, fino ad arrivare a ospedali e centri di ricerca riconosciuti a livello internazionale.
Non esiste ancora uno studio ufficiale che permetta di stabilire con certezza quante siano le organizzazioni, ma è certo che sono in aumento, in particolare in quei paesi la cui la legislazione in materia è meno restrittiva.
Se in Svizzera, Gran Bretagna e Belgio è possibile la conservazione delle cellule staminali anche provenienti dall'estero, in Olanda, Russia (dove ci sono quindici cliniche con l'autorizzazione del governo per fare ricerca e cinque banche per la conservazione, la selezione e il trasporto delle cellule) e Ucraina si effettuano con facilità trapianti veri e propri.
A livello mondiale, una delle cliniche più attive, l'Institute for Regenerative Medicine, si trova alle isole Barbados, e promette con una semplice iniezione di staminali ogni sorta di trattamento: dalle gravi malattie degenerative al ringiovanimento, alla cura dello stress. Altre sono sorte in Messico e in Costa Rica.
Staminali sempre più on line
Una cosa che accomuna queste cliniche è l'uso di internet come mezzo per raggiungere il maggior numero di pazienti nel più breve tempo possibile.
Digitando "cellule staminali" sul più noto motore di ricerca, nella colonna a destra riservata alle inserzioni a pagamento, sono numerosi i siti elencati. La prima voce è quella di una "banca" che offre la conservazione per venti anni di cellule staminali per "uso personale". Poco sotto, lo slogan: "Sei incinta? Conserva le staminali del cordone ombelicale!"
Le strutture in Italia permettono di prenotare on line e ricevere a domicilio il kit per la raccolta del sangue cordonale, da spedire poi alle banche estere (nel nostro paese la conservazione è vietata).
Navigando i siti le immagini di bambini sorridenti, anziani dall'aspetto giovanile e ameni panorami, rassicurano il potenziale cliente. Gli accenni ai rischi o alle probabilità del fallimento della cura sono praticamente assenti. Difficilmente si trovano chiare informazioni sulla regolamentazione legislativa o sulle referenze di chi opera nel centro.
Anche effettuando la ricerca con il termine inglese stem cells le pubblicità non mancano: le cellule staminali diventano anche il rimedio per la banale calvizie, con slogan che sembrano invogliare alle cure come se fossero prodotti di largo consumo.
Siti come specchi per le allodole?
Aspetto e grafica delle home page danno spesso la parvenza di serietà e professionalità, ma non sempre le pratiche eseguite sono in regola. Per esempio, è dell'ottobre 2006 la notizia che l'ispettorato del ministero della Salute olandese ha ordinato al Preventief Medisch Centrum (Pmc) di Rotterdam di interrompere le procedure mediche sperimentali dove si utilizzavano le cellule staminali per la sclerosi multipla e altre patologie.
Nella struttura, organizzata a vari livelli come scatole cinesi in modo da aggirare le leggi con maggiore facilità, operano persone da tempo indagate dall'Fbi per frode ed evasione fiscale.
Il caso della clinica olandese è analogo a numerosi altri accaduti circa un anno prima in Russia, quando il Roszdravnadzor, l'ente addetto alle ispezioni sanitarie, aveva sospeso trentasette licenze a istituti che adoperavano cellule di origine sconosciuta e non avevano né permessi né certificati.
Recente la notizia che in Ucraina sarebbero stati eseguiti prelevamenti di cellule staminali da feti, anche ottenuti da aborti indotti. Ma il caso più clamoroso resta forse quello di John Dunphy, dirigente della Advanced Cell Therapeutics di Kork, in Irlanda. Il suo intento è circumnavigare, nel vero senso della parola, le norme vigenti nel suo paese, portando i pazienti su un traghetto e somministrando la terapia a base di cellule staminali in acque internazionali.
Fonte: Jekyll 22-01-07

Nessun commento: