giovedì 15 febbraio 2007

Galassie fantasma

Le chiamano “galassie fantasma”. Sono le più scure dell'Universo, così fioche che sono state individuate solo quelle relativamente vicine alla Terra. Finora nessun modello scientifico era riuscito a spiegare l’origine delle nane sferoidali, conciliando l’eccezionale quantità di materia oscura che contengono e la loro tendenza a trovarsi in prossimità di galassie molto più grandi. Stelios Kazantzidis, ricercatore del Kipac (Kavli Institute for Particle Astrophysics and Cosmology) di Stanford, in collaborazione con studiosi di Zurigo, Monaco e del Canada, ha proposto un’efficace spiegazione, riportata questa settimana su Nature.
Attraverso la simulazione con supercomputer, gli studiosi hanno trovato che, in origine, la galassie dominata dalla materia oscura era un sistema normale. Quando però si avvicina a galassie di massa superiore, incontra tre fenomeni - "ram pressure", "tidal shocking" e “radiazione cosmica di fondo” – che le strappano via una parte di gas interni e di stelle luminose. Nel corso di miliardi di anni, ogni volta che la galassia satellite passa vicino a quella di massa superiore si verifica lo stesso meccanismo, finché quasi tutti i gas e le stelle sono portati via e dell’originaria galassia rimane solo un nucleo di materia oscura. Questo sarebbe accaduto anche alle piccole galassie luminose e ricche di gas cadute nella Via Lattea circa 10 miliardi di anni fa.
Il lavoro, oltre alle spiegazioni sull’origine delle anomale “galassie-ombra”, può aiutare a spiegare una vecchia discrepanza tra teoria e osservazioni. Il modello cosmologico dominante sostiene infatti che intorno alle galassie di massa rilevante (come la Via Lattea) si troverebbero molte più galassie (piccole) di quelle che sono osservate. Questa discordanza, definita come “il problema delle galassie scomparse”, potrebbe essere risolta considerando l’esistenza di satelliti dominati da materia oscura, troppo deboli per essere individuati.
Fonte: Galileo 14-02-07

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