mercoledì 31 gennaio 2007
Le Scienze si rinnova
martedì 30 gennaio 2007
Parlando in soldoni...
venerdì 26 gennaio 2007
Fumo, un vizio del cervello
giovedì 25 gennaio 2007
E c'è chi smette di esplorare...
mercoledì 24 gennaio 2007
Un cerotto contro l'Alzheimer
martedì 23 gennaio 2007
Staminali ottenute con partenogenesi
domenica 21 gennaio 2007
La Scienza della domenica
sabato 20 gennaio 2007
Nanotecnologie: navette e polimeri
Navette invisibili viaggiano nel sangue trasportando, come borse, un prezioso carico di farmaci. Quando raggiungono le cellule tumorali liberano il farmaco, distruggendole. Lo scenario è ancora da fantascienza, ma due ricerche americane pubblicate il 18 e 19 gennaio su Science Express dimostrano che è possibile governare il cosiddetto nanomondo, ovvero si possono guidare e orientare particelle dalle dimensioni di miliardesimi di metro.
Nano-cargo per farmaci: molecole capaci di "camminare" esistevano già, ma adesso sono anche capaci di portare piccoli carichi, come se trasportassero delle borse della spesa. Questo è ciò che è riuscito a realizzare il padre dei nanorobot molecolari, Ludwig Bartels della University of California di Riverside. La molecola, chiamata 9,10-ditioantracene o Dta, è composta da tre anelli di benzene legati con un atomo di ossigeno da ogni lato, ed era stata progettata due anni fa per muoversi su di una superficie piana in linea retta. I ricercatori sono ora riusciti a farle trainare due molecole di anidride carbonica, un’operazione analoga a quella svolta dall’emoglobina, la molecola deputata al trasporto dell’ossigeno e dell’anidride carbonica nel sangue. Adesso, l'idea é di sostituire il carico di CO2 con farmaci da trasportare nell'organismo e da depositare esattamente dove servono. Per questo i ricercatori dovranno anche progettare una molecola che sia capace di ruotare, assieme al proprio carico molecolare, seguendo moti curvilinei. "Essere in grado di controllare il movimento delle nanoparticelle potrebbe aiutarci a creare un sistema di trasporto naturale che in futuro potrà rivelarsi utile in molte applicazioni" ha affermato il fisico Talat Rahman, co-autore dello studio con Sergey Stolbov.
Nanoparticelle che si aggregano: Un’altra “nanonovità” arriva con lo studio condotto da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), guidati dall'italiano Francesco Stellacci. Per la prima volta sono state costruite nanoparticelle che si assemblano spontaneamente in modo ordinato formando dei film sottili. La ricerca è appena agli inizi, ma secondo i ricercatori gli sviluppi legati alle nanoparticelle sono promettenti, e ricordano l'evoluzione dei telefoni cellulari. "Dieci anni fa – hanno affermato- un telefonino serviva solo a fare chiamate, mentre adesso può essere usato come agenda, permette di mandare e-mail, navigare in internet o caricare file Mp3 ". Le molecole studiate a Boston sono state ottenute facendo reagire alcune semplici catene di carbonio con un metallo, ottenendo così una serie di cerchi concentrici della grandezza di pochi miliardesimi di millimetro. Da queste molecole, che presentano a causa delle interazioni elettrostatiche dei siti reattivi ai due poli, si sono ottenute catene lineari, lunghe dai 3 ai 20 monomeri, le quali hanno dato vita a strati ultrasottili . "E' la prima volta che si riesce ad ottenere dei film sottili - spiega Francesco Stellacci - fino ad oggi si era riusciti a far reagire le nanoparticelle solo in maniera caotica”. Le caratteristiche fisiche di questi film sono ancora oggetto di studio, ma questo lavoro apre la strada a nuove potenziali applicazioni di questa classe di molecole.
Fonte: Ansa 18-01-07 e ScienceExpress http://www.sciencemag.org/sciencexpress/recent.dtlH2O - abuso mortale
giovedì 18 gennaio 2007
Alla ricerca della memoria
Spodestato Linneo
martedì 16 gennaio 2007
Cibo Biotech
E' natura umana rifiutare cio' che non si conosce bene. Nel '400, quando prese piede in Occidente la stampa, furono in molti coloro che si opposero a questo nuovo metodo di diffusione della conoscenza. Il "libro" cambiava volto, ed invece di essere frutto della sapiente arte degli scriptores, diveniva un bene svalutato e di massa. La stessa reazione e' stata riservata a numerose invenzioni, dalla polifonia musicale, ai primi studi di anatomia, fino alle macchine industriali, ed Internet. E' umano, ed in fondo anche saggio, accogliere le novita' con cautela per poterne impedire i potenziali e sconosciuti effetti negativi.Negli ultimi anni, però, nel nostro Paese questa cautela si esprime spesso attraverso il totale rifiuto del "nuovo". Un rifiuto che, mirando ad esorcizzare le possibili conseguenze negative –che potrebbero anche non esserci- impedisce quella sperimentazione e studio necessari ad individuare, appunto, benefici e inconvenienti. Questo e' accaduto per la ricerca con le cellule staminali, per i prodotti geneticamente modificati, per la sperimentazione di alcune forme di limitazione del danno sulle politiche sulle droghe, e cosi via. Ora tocca alla vendita di prodotti derivati da animali clonati, a cui tutti – ma proprio tutti- sembrano opporsi.
In realtà, la decisione presa il 28 dicembre 2006 dalla Food and Drug Administration (l'Ente federale per l'alimentazione e i farmaci degli Stati Uniti) non ha sorpreso più di tanto. La FDA ha dato il via libera alla vendita di carni e altri prodotti, come il latte, derivati da animali clonati.
A mio avviso non ci sono motivi per pensare che questi cibi non siano sicuri, non meno di tutte quelle carni derivate da animali trattati con ormoni e chissà quante altre sostanze alle quali siamo da anni abituati.
lunedì 15 gennaio 2007
Scienza o fantascienza?
Ultimamente c'è qualcosa di strano, di malsano che ruota intorno allo studio delle cellule staminali e dell'ingegneria genetica, qualcosa che sempre più spesso tira in ballo la lettera “F” ... lettera che sta per FRANKENSTEIN!
Questo succede perché le informazioni sono distorte, perché si vuole fare il solito terrorismo, o perché effettivamente neanche gli scienziati sanno più a che punto sono e fino a dove andare?
Sta di fatto che in questi ultimi giorni due notizie hanno fatto il giro dei giornali mondiali.
Una è l'importante decisione che deve prendere la Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA), autorità che regola la ricerca nel campo delle cellule staminali. Si tratta di decidere se gli scenziati possono creare degli embrioni introducendo del DNA umano in una cellula uovo di mucca. Per effettuare ciò si utilizzerebbe l'ormai nota tecnica di trasferimento nucleare.
No, gli scienziati non sono impazziti, non vogliono creare una "chimera" come tanti pensano (che in biologia è tutt'altro), tantomeno un minotauro. L'embrione servirebbe solo per seguire e studiare le cellule staminali per un periodo non superiore a 14 giorni, in alcun modo lo si lascerebbe sviluppare in un individuo. E la scelta delle cellule uovo di mucca è solo perché sono ben più facili da ottenere di quelle di donna (come è intuibile). Ma certo è che la cosa spaventa...
Soprattutto spaventa chi la biologia moderna non la mastica e, comprensibilmente, pensa che il mondo stia perdendo il lume della ragione.
La HFEA stessa non sa più che pensare e dopo giorni di caos e confusione ha deciso di prendersi altro tempo per pensarci su.
E la seconda notizia è quella della gallina dalle "uova d'oro". il Roslin Institute di Edinburgo, lo stesso centro di ricerca che diede i natali alla pecora Dolly, ha creato delle particolari galline transgeniche. Queste galline producono delle uova in cui si trovano due sostanze importanti dal punto di vista farmacologico: il miR24, un anticorpo monoclonale che potrebbe essere usato contro il melanoma, e l'interferone umano b-1a, che può essere usato per arrestare la replicazione virale nelle cellule. Che dire? forse un giorno non andremo più in farmacia ma in qualche allegra fattoria a prendere ciò che ci prescrive il medico. E allora si che aveva ragione la nostra mamma quando ci diceva che un ovetto fresco a settimana fa bene!
Fonte: Nature news 7-01-07 http://www.nature.com/news/2007/070108/full/070108
