domenica 1 aprile 2007

Farmaci low-cost

Un nuovo metodo di sintesi per i farmaci senza impiego di sostanze tossiche, né produzione di varianti dannose e a costi notevolmente inferiori. Il gruppo di chimici del Merck Center for Catalysis della Princeton University, guidati da David MacMillan, hanno annunciato su Science la scoperta di un gruppo di molecole con funzione di catalizzatore, potenzialmente in grado di rivoluzionare i metodi di sintesi dell’industria farmaceutica. Come sottolinea lo stesso MacMillan, è stato trovato molto più di una nuova reazione chimica: “Questo è un innovativo meccanismo di attivazione molecolare tramite il quale sarà possibile far avvenire un’intera, nuova categoria di reazioni”.
Entusiasti i commenti degli addetti ai lavori, tra i quali John Schwab, chimico presso il National Institute of Health (Nih), e di Gregory Fu, ricercatore del Massachusetts Institute of Technology (Mit). La maggior parte dei farmaci prodotti oggi esiste sotto due forme chimiche uguali ma tridimensionalmente speculari, dette enantiomeri. Gli effetti provocati dall’una o dall’altra, tuttavia, possono essere drammaticamente diversi. Attualmente non esistono metodi di analisi in grado di distinguere tra le due forme chimiche, per cui la statunitense Food and Drug Administration richiede alle compagnie farmaceutiche di sintetizzare esclusivamente il “giusto” enentiomero, con notevoli costi produttivi. Tali processi di sintesi fanno uso di catalizzatori, ossia molecole che favoriscono le reazioni rimanendo inalterati al termine della reazione stessa.
La maggior parte dei catalizzatori oggi usati porta alla produzione di entrambi gli enantiomeri, tuttavia il gruppo di MacMillan si è voluto concentrare sull’individuazione di molecole in grado di effettuare una catalisi asimmetrica, ossia di produrre selettivamente una sola delle forme enantiomeriche. E’ stato così scoperto il meccanismo d’azione di un gruppo di catalizzatori asimmetrici organici a basso costo, resistenti all’acqua e all’aria e compatibili con l’ambiente, che permettono di lavorare con aldeidi e chetoni, i gruppi chimici più interessanti per l’industria farmaceutica.
Fonte: galileo 30-03-07

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