giovedì 20 settembre 2007

I testicoli come fonte di cellule staminali

Le cellule embrionali sono considerate finora le cellule staminali per eccellenza, sono cellule pluripotenti in grado di proliferare indefinitamente nello stato indifferenziato e di dare origine a tutti i tipi cellulari presenti nell’organismo. Questa loro plasticità le rende uniche e preziosissime nel campo della ricerca e delle applicazioni terapeutiche. Tuttavia, il loro isolamento da embrioni umani, o come si è discusso nelle ultime settimane da embrioni chimera, ed il loro utilizzo nella ricerca solleva spinose questioni etiche per le quali gli scienziati non hanno ancora trovato soluzioni.
E’ per questo motivo che la scoperta, pubblicata oggi su Nature, della possibilità di isolare cellule staminali pluripotenti dai testicoli di topi adulti ha suscitato un certo interesse. Lo studio è firmato da 16 ricercatori sparsi tra Sloan-Kettering Cancer Institute, Cornell University e Regeneron Institute, tutti a New York. Tra di essi l’italiano Pier Paolo Pandolfi, direttore del laboratorio di ricerca dello Sloan, e Ilaria Falciatori, giovane ricercatrice che aveva iniziato questo tipo di ricerche all’Università di Roma “La Sapienza”.
Da diversi anni gli scienziati sanno che nei testicoli di mammifero sono presenti cellule staminali adulte responsabili della continua produzione degli spermatozoi, con il sospetto che queste cellule nascondano qualche caratteristica speciale. Ma solo nel 2004 alcuni ricercatori sono stati in grado di mettere in coltura e studiare questo tipo di cellule, aprendo la strada a diversi studi focalizzati sulla plasticità delle cellule staminali contenute nei testicoli di topo. Il primo lavoro dai risultati significativi ed entusiasmanti è stato prodotto da un gruppo di ricerca tedesco, diretto dal cardiologo Gerd Hassenfuss, e pubblicato su Nature nel aprile 2006. I ricercatori hanno creato un topo transgenico nel quale le cellule staminali che danno origine agli spermatozoi sono marcate con una sostanza fluorescente. Tutta una serie di esperimenti hanno dimostrato che queste cellule sono in grado di differenziarsi in diversi tipi cellulari, quali cellule neuronali, ematopoietiche, cardiache, muscolari ed epatiche, con caratteristiche morfologiche e funzionali molto simili a quelle possedute dalle cellule staminali embrionali.
Le cellule staminali dei testicoli sono però difficili da identificare: rappresentano solo lo 0.3% delle cellule contenute nei testicoli, per isolarne anche piccole quantità bisogna effettuare numerose biopsie. Il lavoro pubblicato oggi su Nature si basa proprio sull’identificazione di due proteine (GPR125 e PLZF) presenti solo sulle cellule staminali contenute nei testicoli di topo. Questi due “marcatori specifici” permettono il riconoscimento delle suddette cellule tra le milioni di cellule di un organo, rendendo così possibile l’isolamento di centinaia di cellule desiderate anche da una piccola biopsia. “In realtà si stava cercando un'altra cosa”, racconta Pandolfi in un articolo uscito oggi su La Repubblica, “e alla fine abbiamo fatto una scoperta più importante. L'obbiettivo iniziale era di aprire una nuova strada per ridare la fertilità al maschio sterile”. Il gruppo americano è inoltre riuscito a ripetere i risultati già ottenuti l’anno scorso in Germania: coltivando le cellule staminali isolate dai testicoli, oltre agli spermatozoi, si sono ottenute cellule cardiache, capaci di contrarsi, arterie, cellule nervose e così via.
A questo punto, prima di passare alla sperimentazione umana i ricercatori dovranno ancora lavorare con i topi per capire il numero minimo di cellule staminali da isolare per poter generare tessuti e organi, le condizioni esatte per indurle a fare un tipo di cellula piuttosto che un altro e, infine, capire se anche nelle ovaie vi siano staminali così potenti. Obbiettivi su cui, secondo Pandolfi, non ha senso impegnare dei laboratori universitari, ma una company creata ad hoc che, partendo dalla scoperta, metta punto un metodo standard affidabile di produzione di “pezzi di ricambio” da mettere poi a disposizione per la medicina rigenerativa.
Molti scienziati ritengono che queste cellule potrebbero rappresentare la soluzione tanto attesa nel campo delle staminali: verrebbero prelevate direttamente dai testicoli e messe in coltura, nessun tipo di clonaggio ed utilizzo di embrioni sarebbe più necessario. Certo è un po’ presto per gridare “eureka”, negli ultimi anni siamo stati bombardati da annunci di sensazionali scoperte legate al mondo delle staminali e di continue proposte per una via alternativa a l’utilizzo di staminali embrionali. Risale solo a gennaio scorso l’isolamento di cellule staminali dal liquido amniotico, subito indicate dai media come “la terza via”. Ma tutti questi annunci fanno anche ben sperare, sembra evidente che la comunità scientifica stia affannosamente cercando il modo migliore per curare malattie considerate oggi inguaribili e, al tempo stesso, chiudere una volta per tutte lo scontro ideologico che si sta svolgendo intorno al mondo delle staminali.

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